domenica 5 ottobre 2008

Viviamo tutti in un fumetto. Seriale.

Esistono due tipi di fumetti.
Quelli che hanno una fine in cui il protagonista, dopo aver vissuto la propria avventura, salva il mondo oppure muore o si sposa, vive felice e contento, sconfigge definitivamente il malvagio di turno...
Insomma ad un certo punto la storia si conclude, cessano le pubblicazioni e il personaggio continua a vivere solo nel cuore dei lettori, sui mercatini dell'usato e nelle ristampe.

E poi ci sono quelli in cui le avventure continuano per sempre. Cambiano gli autori, il costume, il disegnatore, i lettori... ma la serie continua.
Le avventure si susseguono l'una all'altra. Mese dopo mese, anno dopo anno i personaggi sono condannati ad un eterno presente che li vede protagonisti sempre delle stesse avventure, per la gioia dei lettori e soprattutto degli editori.

Ecco, noi armasti siamo condannati a vivere in un fumetto di questo tipo. Si susseguono le storie, gli innamoramenti, le illusioni, i baci... e le delusioni.
E' un copione iniziato nella pubertà che va avanti senza fermarsi, nemmeno quando si è abbondantemente superata la soglia dei 30.
Non arriva quella fine delle pubblicazioni tanto sospirata, quel grande amore travolgente ed unico, quel matrimonio o quel figlio che mettono un punto nella vita. La storia continua, sempre uguale a se stessa.

Anche Kenshiro, dopo aver abbattuo innumerevoli avversari, dopo aver salvato il mondo, dopo aver compreso anche l'ultimo segreto delle arti marziali ha preso tra le sue possenti braccia la sua Julia, l'ha issata su Re Nero ed è partito per la luna di miele.

Poi però l'affetto dei lettori e l'avidità dell'editore hanno costretto l'autore a far morire Julia e a richiamare Kenshiro a nuove battaglie, ad altri avversari, ad un mondo ancora in preda alla violenza e a nuovi segreti da scoprire.

Anche nella nostra vita c'è uno sceneggiatore sadico.

E' tempo di iniziare a scrivere da soli la storia della nostra vita!

6 commenti:

greencarol ha detto...

Credo che negli armasti ci sia la voglia di mettere un punto, di fermarsi, proprio come il secondo tipo di fumetto. A volte però non si riesce a rinunciare alla libertà che un armasto ha rispetto a un accoppiato e può succedere che si intende l’amore come un adolescente, come quando si ha 16 anni… ci si basa solo sulle emozioni e sulle sensazioni e non si ragiona con la testa…

Anonimo ha detto...

Intendi dire che siamo degli eterni Peter Pan?

Presidente ha detto...

Non vedo differenze tra il vivere l'amore a 16 o 30 anni.. per quanto mi riguarda provo le stesse sensazioni oggi (se mi innamoro ovvio) come a 16 anni.. cosa intendi Green con il viverlo con la testa.. ripeto perchè secondo me differenze zero! C'è chi lo vive in modo maturo a 16 anni e chi immaturo a 40. Come c'è gente molto intelligente a 14 e molto stupida a 40.. con l'età aumenta solo una cosa... l'esperienza :) ciao a tutti

greencarol ha detto...

beh credo che le sensazioni siano diverse a 16 o a 40....
cmq dipende anche dalla maturità che uno ha...

Anonimo ha detto...

Credo che "usare la testa" significa solo "razionalizare": capire perchè qualcosa va o non va, secondo le nostre aspettative, e non secondo quelle di chi ci sta intorno. "Usare la testa" io la intendo così.
Volere o non volere qualcosa può essere difficile da capire, ma se dobbiamo solo seguire degli schemi pre-stabiliti allora non serve "usare la testa", nè tantomeno "il cuore".
Ci si può sentire "inconcludenti" solo se ci confrontiamo con chi ha avuto più fortuna, o ha seguito solamente quello che le convenzioni gli dicevano di fare.
Si può essere "felici" seguendo le convenzioni, certo, ma ricordatevi che le convenzioni sono sempre fatte da qualcunaltro, prima di noi, che si è dato delle regole per il "quieto vivere".
Ci si protegge, non facendo mai quel salto che potrebbe portarci chissà dove; fa comodo così, a tutti noi, è inutile negarlo. Più si salta in alto, più cadendo ci si fa male.
Si tentano strade, si cambia e neanche te ne accorgi, e comunque condivivo che le sensazioni sono importanti, ma non sono tutto...

:) essere sè stessi! :)

Presidente ha detto...

Recentemente ho sentito un'intervista nella quale una famosa attrice 60enne ha affermato: "Amo con la stessa passione di quando ho 20 anni". Le sensazioni rimangono tali e non dipendono dalla maturità. Almeno secondo me e per la mia esperienza. Nessuna differenza, a 30 anni o più, da quelle provate a 18. E con questo non voglio giudicare l'esperienza altrui ci mancherebbe.